Alzi la mano chi saprebbe rispondere, oggi, alla domanda: “Chi è il Ministro dell’Interno del Governo Italiano?”. Pochi lo sanno, pochi lo conoscono. Anche perché abbiamo ancora tutti negli occhi la sbornia di Matteo Salvini, che appariva in tutti i telegiornali, in tutti i talk-show, in tutti i post sui social, pur di aizzare odio e di far crescere consensi.
Si chiama Luciana Lamorgese, ha sessantasei anni e, udite udite, non ha né Facebook, né Instagram, né Twitter. Nata a Potenza, laureata in Giurisprudenza e abilitata alla professione di avvocato, lavora per il Viminale dal 1979, diventando viceprefetta ispettrice nel 1989 e viceprefetta nel 1994. Tra gli incarichi di questi anni: componente della commissione di disciplina per il personale dell’amministrazione civile dell’Interno e, poi, di diverse altre commissioni governative. Nel 2003 è stata nominata prefetto, andando a dirigere il settore delle risorse umane al dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali del ministero. Prima di arrivare a Milano, il primo caso di un prefetto donna nel capoluogo lombardo, Lamorgese ha guidato la prefettura di Venezia dal 2010 al 2012 e poi, come detto, è stata braccio destro del ministro Alfano e del suo successore. Prima di diventare ministro, Lamorgese era consigliera di Stato, essendo andata in pensione come prefetta nell’ottobre del 2018 (a Milano il suo posto è stato preso da Renato Saccone).
È lei la tecnica che Movimento 5 Stelle e Partito Democratico hanno individuato per risollevare il Ministero degli Interni e riaprire i rapporti con l’Europa in materia di immigrazione, dopo la politica di chiusura del leader leghista. Ed è scesa in campo subito con serietà e impegno: “Servono regole con le Ong. Bisogna ripartire dal codice di comportamento di Minniti. Ci vorrebbe un contratto tra lo Stato e le Organizzazioni Non Governative”.
Matteo Salvini l’ha subito attaccata: “Non dico che sia incapace, ma di certo è complice”. E allora Luciana Lamorgese ha risposto, con il suo stile: “Io ho assunto l’incarico concretamente 15 giorni fa, è ovvio che un ministro guarda i dossier, li studia. Ci sono tante situazioni da affrontare con serietà. Sono una persona meticolosa”.
Ed è quello che serviva all’Italia, è quello che serviva per risolvere il problema dell’immigrazione. Nessuno slogan, nessuna mossa politica, nessuna ricerca di consenso. Questa la ricetta di Luciana Lamorgese per il complicato ruolo di Ministro dell’Interno. Servirà tempo, impegno e lavoro. Ma di una cosa siamo certi: non la vedremo mai al Papeete Beach.
Tag:Luciana Lamorgese, Matteo Salvini, Ministro dell'Interno
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